Smart City Il ruolo dell’irrigazione autonoma e intelligente nelle città del futuro

Quando nel 2012 abbiamo ideato Smartilla, il concetto di Smart City era ancora in “fase embrionale”, o comunque ben pochi avevano coscienza delle possibilità di quanto le tecnologie potessero migliorare le nostre città, ma anche il nostro modo di vivere e fruire gli spazi urbani.

Riportando la definizione dell’Unione europea, “una smart city è un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese. Una città intelligente va oltre l’uso delle tecnologie digitali per un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni. Significa reti di trasporto urbano più intelligenti, impianti di approvvigionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti migliorati e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e un migliore soddisfacimento delle esigenze di una popolazione che invecchia”.

La smart city, quindi, è una città fortemente tecnologica ed innovativa, la quale gestisce le risorse in modo intelligente, è economicamente sostenibile, energeticamente autosufficiente, con un focus sulla qualità della vita e i bisogni dei propri cittadini. Le smart city sono costellate da una fitta rete di sensori in grado di raccogliere ingenti masse di dati, che vengono elaborati per gestire al meglio la città, come:

  • i semafori smart riducono traffico e smog, ottimizzando tempi d’attesa e flussi veicolari;
  • il bike sharing è diffuso capillarmente e quindi ci sono meno auto per le strade;
  • le auto sono principalmente elettriche e il guidatore riceve degli alert che gli segnalano automaticamente i parcheggi liberi a lui più vicini;
  • i cestini della spazzatura avvisano automaticamente l’azienda di raccolta rifiuti quando sono da svuotare.

 

Ma soprattutto, nelle smart city c’è una preponderanza di aree verdi, come parchi, giardini e filari di alberi a bordo strada, indispensabili per purificare naturalmente l’aria, grazie alla loro capacità di assorbimento della CO2, per mitigare il fenomeno delle isole di calore urbano e favorire la biodiversità. Queste aree sono irrigate tramite sistemi intelligenti che erogano autonomamente solo la quantità d’acqua necessaria al corretto apporto nutritivo delle piante, proprio come fa Smartilla! In questo modo le risorse idriche vengono utilizzate in modo efficiente e preciso, senza spreco alcuno, mantenendo comunque alto il livello estetico delle piante.

La crescita del mercato delle Smart City in Italia dimostra un interesse crescente, con un incremento del 23% rispetto all’anno precedente e investimenti sempre più orientati ad adottare soluzioni intelligenti che migliorino la qualità della vita. Le città intelligenti sono percepite dai loro abitanti come più sostenibili, inclusive, innovative ed efficienti. Tuttavia, il concetto di Smart City sta evolvendo, trasformandosi in un modello urbano che va oltre la semplice ottimizzazione tecnologica per abbracciare la sostenibilità e il benessere collettivo. Questo perché, per rendere gli spazi urbani veramente rigenerativi, è necessario ripensare il loro funzionamento in un’ottica di adattamento continuo: una città sostenibile non si limita a ridurre le emissioni o a ottimizzare i trasporti, ma deve diventare un ecosistema capace di rigenerarsi, imparare dai propri dati, migliorarsi nel tempo. In questo modo, attraverso l’analisi predittiva, l’intelligenza artificiale utilizza i dati raccolti per prendere decisioni adattive.

Considerata la velocità con la quale vengono inserite nel mercato nuove tecnologie sempre più smart, è plausibile che le città intelligenti tradizionali potrebbero presto essere superate dal un nuovo modello di città rigenerativa: edifici bioingegnerizzati, mobilità autonoma su richiesta e reti energetiche autosufficienti sono solo alcuni degli elementi che potrebbero caratterizzare questo nuovo paradigma. Dal punto di vista della gestione degli spazi verdi, soluzioni come Smartilla si inseriscono perfettamente, integrando gestione intelligente delle risorse idriche e automazione avanzata per contribuire a città più sostenibili e resilienti.

Purtroppo, ancora oggi il termine Smart city viene visto talvolta con scetticismo, perché nel tessuto urbano il processo di digitalizzazione è ancora molto rudimentale e quindi è difficile avere uno sguardo nel breve-medio termine che veda una svolta tecnologica dell’impianto tecnico-organizzativo delle funzioni urbane. Uno studio commissionato da Intel rivela che il concetto di Smart City sia familiare a circa la metà degli italiani, soprattutto tra i più giovani e le fasce socioeconomiche e culturali medio-alte, ma rimane sconosciuto (o ignorato) all’altra metà.

Tuttavia, negli ultimi anni le spese delle pubbliche amministrazioni hanno subito dei tagli ai trasferimenti centrali, ovvero lo Stato ha deciso di ridurre la quantità di denaro che invia a livello locale, con dirette conseguenze sulla capacità degli enti di finanziare i propri servizi e progetti. Questo significa che le pubbliche amministrazioni hanno dovuto ricorrere a procedure e strumenti a livello territoriale che consentissero loro di “fare più, con meno”, pur mantenendo inalterato il livello di offerta e servizio, ed è così che molti comuni hanno adottato soluzioni tecnologiche per supportare le amministrazioni nel controllo della spesa e in una migliore allocazione delle risorse, come nel caso di Smartilla.

Quando si parla di Smart City non si parla solo di tecnologia, ma di una nuova visione dell’urbanistica. Il futuro delle città non è solo smart e reattivo, è rigenerativo. La sfida ora è adottare un modello che non si limiti a raccogliere dati, ma che li utilizzi per trasformare attivamente lo spazio urbano in un ambiente più vivibile, sostenibile e capace di adattarsi alle esigenze di chi lo abita.